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Dott.ssa ANNA GHIZZANI | Sessuologa e Ginecologa a Firenze e Poggibonsi

Ginecologia e medicina sessuale. Terapie individuali e di coppia. Terapia sessuale.

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La terapia del vaginismo […]

12 Maggio 2020 da annaghizzani

Il Vaginismo, caratterizzato dalla contrazione dei muscoli della porzione più esterna della vagina, è una condizione involontaria che non risponde al controllo della paziente. Proprio per questa sua caratteristica, risponde bene al decondizionamento con metodiche comportamentali. La ragazza o la coppia portatrice di vaginismo hanno bisogno di capire in che cosa consiste esattamente il problema per lavorarci efficacemente.  Infatti, la condizione non rappresenta un danno alla salute ma è fortemente negativa per l’armonia della coppia, che subisce una limitazione all’espressione erotica e vede minacciata la comunicazione intima, e deve eseere risolta per assicurare la miglior qualità di vita alla persona che ne è affetta.

La diagnosi del vaginismo

Prima di poter pronunciare la parola vaginismo, è necessario fare un confronto con due condizioni che hanno un quadro clinico in apparenza simile, ma che derivano da patologie molto distanti fra loro e che richiedono terapie altrettanto diverse. La diagnosi differenziale tra queste noxae patogene è cruciale.

Si tratta della vulvo vestibolite da una parte, e della reazione fobica verso il sesso dall’altra.

La vulvovestibolite (o vulvodinia) consiste in una reazione di dolore, descritto spesso come bruciore o coltellata) quando all’ostio vulvare viene applicata una lieve pressione e che rende ovviamente impossibile la penetrazione sessuale.

La reazione fobica verso la sessualità nel suo complesso o verso il rapporto sessuale in particolare è una condizione psichiatrica che richiede una valutazione attenta ed un approccio terapeutico complesso.

Quali sono le limitazioni che il vaginismo impone ad una coppia?

I limiti alla vita sessuale sono ben chiari perché far l’amore è impossibile, mentre per capire il danno all’intimità è necessario considerare l’esperienza emotiva di ciascun partner. La donna, che di solito è una ragazza giovane ai primi approcci, non si rende conto di cosa le sta succedendo. E’ mortificata quando ogni tentativo di far l’amore si rivela un fallimento, si sente “incapace” e “sbagliata”; inoltre, quando la tensione tra i due aumenta, può arrivare a pensare che fidanzato non si curi abbastanza di lei, un pensiero che da una parte mortifica e dall’allatra fa arrabbiare! L’uomo, anch’esso di solito un giovane non troppo esperto, ha le stesse reazioni negative prima verso se stesso e dopo anche verso la fidanzata.

La terapia per il vaginismo migliora la relazione?

Fortunatamente, le modalità d’intervento per il Vaginismo proposte dalla terapia sessuale comportamentale sono di facile esecuzione e funzionano bene, per cui la coppia fa alla svelta a ritrovare la sua armonia, non appena si comincia il trattamento.

Come si cura il vaginismo?

Essenzialmente l’approccio comportamentale consiste in una desensibilizzazione della risposta involontaria, che si ottiene grazie ai dilatatori vaginali. Gli esercizi sono spiegati dal medico alla paziente durante la consulenza in studio, ma vengono eseguiti dalla paziente privatamente nella tranquillità della sua casa. Niente viene fatto in ambulatorio a meno che non si presentino ostacoli particolari. Quando è possibile, il partner partecipa agli esercizi, cosi che la coppia faccia insieme un percorso di apprendimento e di consapevolezza che li prepari alla vita sessuale.

Cosa sono i dilatatori per il vaginsmo?

I dilatatori sono una serie di cilindretti di plastica di diametro crescente che la paziente inserisce in vagina, seguendo le istruzioni del medico. L’inserimento è fatto con un movimento delicato e con un ritmo costante. La regolarità del movimento diminuisce l’iperreattività della mucosa vaginale mentre il passaggio graduale da un dilatatore a quello di diametro superiore fa si che la donna impari a sostenere la pressione all’ostio vaginale; contemporaneamente, si estingue la risposta contrattile involontaria dei muscoli della porzione più esterna della vagina.  La desensibilizzazione procede passo passo; quando la paziente ha acquisito fiducia nei suoi progressi, si chiede al partner di partecipare attivamente nell’introduzione dei dilatatori.

Perchè una coppia con vaginismo lavora insieme?

Condividere l’esperienza del lavoro con i dilatatori è una occasione importante per la coppia che così ricrea e rinnova il legame erotico che li prepara all’inizio della vita sessuale.

Da dove nascono i dilatatori?

I dilatatori, detti anche “intrusi”, originano dalle tecniche chirurgiche ginecologiche e servono per mantenere libero e aperto il canale vaginale che ha subito un intervento, evitando le retrazioni cicatriziali. Questi intrusi possono essere di plastica o di garze, a seconda dell’uso che ne deve essere fatto.

Il nome “dilatatore” evidentemente si riferisce a questa loro funzione ed è rimasto, ma quello che usiamo in medicina sessuale sono del tutto diversi, così come è diversa la loro funzione. Nel nostro caso non c’è proprio niente da dilatare….. come si è detto più volte, il loro uso graduale produce la desensibilizzazione di una reazione abnorme, spropositata e indesiderata.

i dilatatori vaginali

Filed Under: Disfunzioni sessuali, Dolore ai rapporti sessuali, Problemi di coppia, Sessualità femminile, Terapia sessuale Tagged With: ambulatorio di ginecologia, bruciore vaginale, centro di medicina sessuale, coppia, dilatatori vaginali, dr.ssa Anna Ghizzani, medicina sessuale, studio di sessuologia, terapia sessuale comportamentale, vaginismo, vulvo vestibolite, vulvodinia

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