L’isterectomia

Molte donne dopo i cinquanta anni si trovano a dover togliere l’utero per condizioni benigne. L’isterectomia porta molti benefici: elimina le emorragie e la fatica dovuta allo stato di anemia permanente, risolve l’incontinenza urinaria e ripristina una buona funzionalità della vescica, elimina la spina irritativa di coliche addominali e di dolori al rachide. Purtroppo un lato negativo dell’isterectomia è che può contribuire a diminuire la quota di ormoni in circolo e quindi anticipare o aggravare i sintomi della menopausa. Questo si è dimostrato essere vero anche quando le ovaie sono conservate.

La terapia ormonale sostitutiva

Naturalmente molte soluzioni di tipo farmacologico sono disponibili e la terapia ormonale sostitutiva (TOS) può portare molti benefici.

Il momento migliore è di cominciarla appena possibile dopo l’intervento di isterectomia per ristabilire il senso di benessere generale e contrastare i cambiamenti metabolici primi fra tutti quelli cardiocircolatori. La terapia a base di ormoni allevia i sintomi fastidiosi e tipici come le caldane, l’atrofia vaginale e l’incontinenza.

La TOS è dunque un ottimo strumento per mantenere il benessere generale ma deve essere assunta con cognizione di causa, tenendo ben presente quali sono i benefici e quali le controindicazioni che non devono mai essere sottovalutate o trascurate.

Le donne isterectomizzate possono anche  presentare problemi di natura emotiva legati alla perdita dell’utero che rappresenta la loro capacità riproduttiva. Questo ovviamente non succede in chi ha concluso il suo percorso di fertilità con soddisfazione e non h rimpianti. Succede però con relativa frequenza nelle donne che non hanno avuto figli o che ne hanno avuti meno di quanto avrebbero desiderato a causa di problemi familiari, di salute o altro.

Come qualche paziente confida, il fatto di non avere più l’età per partorire non diminuisce il senso di perdita che con l’isterectomia diventa innegabile. Una cosa simile avviene con donne depresse o ansiose per le quali la perdita dell’utero prende il significato di una alterazione dell’immagine corporea ineluttabile che distrugge l’autostima.