L’infiammazione vaginale che si presenta con dolore, bruciore e prurito che si propagano anche alla zona genitale esterna è quasi sempre provocata da un’infezione da miceti, batteri o flora mista. Frequenti e disturbanti, le vaginiti infettive non rappresentano quasi mai una patologia importante e sono destinate a risolversi con pochi giorni di terapia. Non c’è donna che non ne abbia sofferto, ma i segni clinici modesti le rendono condizioni trascurabile nella maggioranza dei casi.
Raramente, si stima in meno del 10% degli episodi, le cose si complicano non tanto per la gravità dei sintomi, che rimangono comunque nell’ambito di qualcosa aggredibile con una terapia orale e topica associata; piuttosto la complicazione è causata dal fatto che la risoluzione dei sintomi della vaginite infettiva non è definitiva in quelle donne altamente sensibili e predisposte per fattori genetici e stile di vita. La reciviva si presenta dopo un periodo di benessere di qualche settimana con sintomi spesso più acuti che nell’episodio precedente. Mediamente si può dire che gli episodi ricorrenti hanno una frequenza di circa 4 volte all’anno contro le poche rare vaginiti che una donna “normale” può avere nell’arco della vita. Se calcoliamo che la vaginite infettiva richiede due-tre settimane per guarire completamente, contare le settimane consumate da 4 episodi ci dà un tempo spaventosamente lungo.
Come ci si può immaginare facilmente, il disagio nella vita di tutti i giorni è notevole, ma ciò che ne soffre di più è la vita intima per l’ostacolo che questa condizione rappresenta. E questo appare chiaro s esi pensa che nei casi ricorrenti la difficoltà di penetrazione permane molto tempo dopo che i sintomi ginecologici si sono risolti.
La dispareunia (dal greco: dolore all’accoppiamento) è una constante di tute le condizioni che colpiscono i genitali esterni ed il canale vaginale. Quando il dolore persiste a lungo oltre al tempo di risoluzione della patologia si deve pensare che sia avvenuta una sensibilizzazione di questi delicati tessuti, o provocata dall’agente infettante oppure dalle terapie messe in atto. Quando le cause rimangono sconosciute e nulla nella storia clinica della paziente sembra aver causato il problema, si apre lo scenario della vulvo vestibolite ( o vulvodinia) di cui si parla spesso in questo sito. https://www.minervamedica.it/it/riviste/minerva-ginecologica/articolo.php?cod=R09Y2017N04A0381
Quando si è di fronte a sintomi di flogosi vaginale che non accenna a scomparire con le normali manovre terapeutiche, si deve porre una diagnosi differenziale con le dermatiti allergiche e irritative. Chiave per risolvere senza grandi difficoltà questo quesito è la raccolta dell’informazioni che la paziente ci può dare: l’insorgenza, il tipo di discharge, l’andamento stabile o fluttuante dei sintomi, cambiamenti di abitudini o anche di partner sessuale ci aiutano ad indirizzare il nostro lavoro.
Sono condizioni che si scatenano quando l’epidermide o la mucosa entrano in contatto con la sostanza nociva, che può essere chimica, fisica o biologica. Per dare un esempio, gli agenti biologici sono quelli più spesso responsabili delle allergie alimentari. La reazione infiammatoria della dermatite è del tutto simile a quella che si nota nelle infezioni di cui abbiamo parlato, tranne che manca il microrganismo.