Occuparsi di medicina sessuale richiede uno studio complesso del disturbo che il paziente presenta. Questo perché il comportamento sessuale, che è il nostro campo di studio, poggia su tre pilastri distinti e correlati, che si influenzano reciprocamente. Questi sono: la componente organica con i sistemi vascolare, endocrino e neurologico; la componente relazionale che riguarda il grado di armonia o di tensione che ci sono nella relazione di coppia; la componente intrapsichica legata alla struttura di personalità del paziente stesso.
Comprensibilmente, ciascuno di questi fattori deve essere indagato e, se necessario, affrontato in terapia.

Come si curano le persone?

Per prima cosa va fatta chiarito qual‘è la causa del problema. Se non si capisce l’origine, non si può curare niente….. come sempre in medicina!
La diagnosi per ciascuna delle componenti organiche si fa con la visita, gli esami di laboratorio o gli esami strumentali, a seconda di cosa serve, oltre alla valutazione dei fattori intrapsichici e relazionali.

In che cosa consiste la terapia?

La cura medica usa soprattutto ormoni, neurolettici, farmacoprotesi e dermatologici, associati agli interventi comportamentali specifici per ogni disfunzione. 
Sono esercizi comportamentali tipo carezze, un “mini Kamasutra”, che la coppia viene istruita a fare nella sua intimità. Niente si fa in ambulatorio. Il medico lavora sul racconto e le informazioni che i pazienti danno di volta in volta sui loro progressi. Per alcune disfunzioni, gli esercizi si integrano con il lavoro muscolare o con l’uso di semplici apparecchi di supporto. 

Che cosa si fa esattamente?

Intanto cominciamo a dire quello che non si fa! Non succede niente nell’ambulatorio e di solito non ci si spoglia. Le sole persone che possono, o “potrebbero” a seconda dei casi, passare una visita interna sono le donne con dolore genitale o dolore alla penetrazione.

E’ normale che questo avvenga?

No, di solito il sessuologo non è un medico e quindi non può visitare.
E’ normale per me perché io sono laureata in Medicina e Chirurgia e specialista in Ostetricia e Ginecologia, oltre che essere specialista in Medicina Sessuale. Ho lavorato tutta la vita in Clinica Ostetrica all’Università di Siena. Per questo posso fare le visite ginecologiche con cognizione di causa.

Questo sembra un cambio di carriera importante, vero?

Io non lo considero un “cambio” ma piuttosto un’aggiunta o meglio ancora un’integrazione. Infatti, se le patologie maschili sono un’aggiunta alla mia formazione di medico, le disfunzioni sessuali femminili hanno il significato di integrazione di due diversi aspetti del sapere in relazione alla funzione dei genitali femminili. Due aspetti diversi del sapere e, sottolineo, della capacità di curare!

Com’è successo?

E’ successo che dopo aver studiato sessuologia all’università di Firenze, ho vinto una borsa di studio per il Sex Therapy Teaching Program al Cornell Medical Center di New York. Allora si chiamava Sexual Therapy perché non c’erano farmaci specifici per le disfunzioni sessuali. Dopo il 1990 e l’avvento del Sildenafil il nome è cambiato.

E poi?

Dopo il diploma di Cornell sono tornata alla mia università, ho cominciato ad occuparmi di disfunzioni sessuali come mi era stato insegnato e ad integrare le mie conoscenze di Medicina e di Ginecologia con questa nuova attività.

Come si diventa medico di Medicina Sessuale?

Non c’è una strada precisa e segnata perché non esiste una scuola di specializzazione ne’ in Italia ne’ negli stati Uniti e suppongo nemmeno in Europa. In effetti il titolo di specialista in Medicina Sessuale non è corretto, potrebbe essere visto come un abuso. Sarebbe più corretto dire “esperto”. La stessa cosa vale per gli psicologi. La formazione specifica in sessuologia viene fatta Dopo aver acquisito un diploma universitario, la formazione specifica in sessuologia viene fatta tramite corsi aggiuntivi che sono offerti da scuole private. Nel mio caso dal Sex Therapy Teaching Program al Cornell Medical Center di New York, come ho già detto.

Cosa succede durante una seduta di Medicina Sessuale?

Oltre alla diagnosi e visita medica, se necessarie, che sono uguali a qualunque altro incontro con il dottore, si parla di sesso. Fuor di battuta, è necessario avere una descrizione quanto più accurata possibile di quello che succede quando il paziente cerca di avere un rapporto. Cosa succede, a che punto, come reagisce il paziente e come reagisce il suo partner, se siamo di fronte ad una coppia stabile.
Le modalità sono le stesse anche per chi non ha una relazione fissa ma in questo caso i pazienti (sia maschi che femmine) tendono a venire da soli.

E’ facile ottenere questa descrizione?

No per niente! Per pazienti è difficile parlare di questo problema e sono imbarazzati a dover descrivere situazioni delicate ad un estraneo. E’ più che comprensibile, comunque piano piano si riesce a metterli abbastanza a loro agio.

E come si prosegue nello svolgimento della terapia?

I farmaci vengono assunti e il loro effetto controllato dal medico, come per ogni medicina. Gli esercizi comportamentali vengono prescritti in progressione, passando dall’uno a l’altro fino a che si supera la difficoltà.  

Quanto dura la terapia?

La media attesa di sedute è 14 ma il numero può variare di molto, specie se si considera che qualcuno viene in terapia dopo anni di sofferenza. Il tempo di guarigione dipende anche dal tempo di durata del problema

Quali sono le disfunzioni più comuni?

Nel giovane uomo direi l’eiaculazione precoce, nel signore di una certa età la difficoltà erettile, nelle donne di tutte le età il dolore  ai rapporti e nelle coppie la discrepanza del desiderio sessuale. 

Si rimediano?

Secondo me un medico troppo sicuro….non ha capito niente di Medicina! 
Non si può promettere prima di aver capito bene quale problema abbiamo davanti in tutte le sue sfaccettature; premesso questo, si, le disfunzioni sessuali si possono guarire.

Qual’è il suo messaggio ai pazienti?

Vorrei che le persone si convincessero che le disfunzioni sessuali sono relativamente comuni e che ne sono colpiti uomini e donne do ogni età: quindi non c’è da vergognarsi o da sentirsi in colpa.
Vorrei anche sottolineare che la Medicina le studia e le ha studiate da tempo e che diversi tipi di cura, sia farmacologica che comportamentale, sono disponibili per ciascun disturbo. Per cui vale la pena di rivolgersi ad un medico esperto quando ce ne sia bisogno.