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Dott.ssa ANNA GHIZZANI | Sessuologa e Ginecologa a Firenze e Poggibonsi

Ginecologia e medicina sessuale. Terapie individuali e di coppia. Terapia sessuale.

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La riabilitazione sessuale dei pazienti tumorali

riabilitazione sessuale post tumore

Per un ritorno alla serenità

Grazie alla diagnosi precoce sempre più casi di tumore che interessano vari organi vengono scoperti quando è possibile una terapia risolutiva, cioè che consenta l’eliminazione del male. Purtroppo la guarigione clinica non garantisce il ritorno alla serenità. L’idea di morte rimane e condiziona l’emotività dei pazienti di ogni età, maschi e femmine, e di tutti quelli intorno a loro. In particolare, a soffrirne è il dialogo intimo della coppia perché l’aspettativa di morte (del paziente) e la paura di perdere la persona amata (del partner) hanno costruito un muro di silenzio fatto di dolore e di incapacità di esprimersi.

Che cosa è la riabilitazione sessuale?

E’ un lavoro fatto con interventi di terapia comportamentale su coppie che abbiano perso l’intimità erotica e la consuetudine a fare sesso.

Che cosa provoca questo distacco emotivo in una coppia?

Di solito gravi problemi di salute o di disagio a carico di uno dei partner o di un familiare stretto, o anche problemi finanziari o sociali, portano alla necessità di prendere le distanze l’uno dall’altro e di piegarsi su se stessi.

Che cosa entra in gioco quando viene fatta diagnosi di tumore?

La diagnosi di tumore scatena un turbinio di emozioni diverse sia nel paziente, sia nel suo partner. Incredulità e disperazione sono le prime reazioni: “perché proprio a me?”

Come vive una donna con il tumore al seno dopo la prima fase della diagnosi?

Nei mesi successivi la donna passa attraverso una crisi esistenziale che sconvolge i progetti di vita. Questa fase è resa ancor più dolorosa dalle trasformazioni fisiche per via dei trattamenti oncologici che influiscono sull’aspetto fisico e sull’intimità di coppia.

Queste reazioni influenzano la sessualità? 

Certamente. Una donna che sa di avere un tumore potenzialmente mortale si chiude emotivamente e rifiuta il sesso perché la cicatrice della mastectomia e l’alopecia dei chemioterapici la fanno sentire brutta e non attraente. 

In una coppia con tumore al seno le reazioni emotive sono condivise? 

Il disagio psicologico è simile nei due partner che sviluppano una simile aspettativa di morte ed hanno bisogno di aiuto per affrontare la malattia. 

Quali sono le maggiori difficoltà del partner?

I partner sani patiscono per la paura di perdere la persona amata ma anche perché il loro stesso dolore li ammutolisce e li rende incapaci di dare consolazione. 

Cosa può fare la medicina sessuale per queste coppie?

Possiamo usare interventi studiati apposta per aiutare le coppie ad aprirsi di nuovo all’intimità che inizia con la condivisione dei pensieri e del contatto corporeo superficiale per poi proseguire per quanto ciascuno desidera provare.

Ci sono anche difficoltà organiche che peggiorano la sessualità nel tumore al seno?

Le difficoltà organiche sono provocate dai farmaci che combattono la malattia. Infatti, per il tumore al seno è necessario azzerare la produzione di ormoni ovarici. 

Che effetti secondari dà la perdita di questi ormoni?

Gli effetti secondari si vedono sugli organi che dipendevano da loro per funzionare bene. In particolare, parliamo dei genitali esterni che senza estrogeni invecchiano molto precocemente e perdono l’elasticità e la lubrificazione. E’ evidente che ciò renda molto difficile accogliere un pene eretto e “sopportare” le spinte del coito.

La riabilitazione sessuale può offrire qualche rimedio?

Con i limiti di una situazione la cui fragilità varia da paziente a paziente, la medicina sessuale può intervenire con qualche semplice strumento per migliorare la qualità del sesso nelle donne con tumore al seno.

Com’è invece la situazione di un uomo con tumore alla prostata? 

Per molti aspetti è molto simile anche se l’uomo non ha un danno estetico visibile.

Qual è il problema più importante per un uomo? 

Il paziente è ben cosciente che un organo fondamentale è stato rimosso e patisce di questo anche se la cicatrice è nascosta. 

Ci sono problemi per la funzione sessuale?

Assolutamente si, la difficoltà ad avere un’erezione è molto comune. I nervi erigendi sono limitrofi alla prostata e spesso devono subire una manipolazione affinchè il tessuto malato possa essere rimosso completamente.

Si può intervenire su questo problema?

Il problema è comune a tanti operati per tumore alla prostata e la riabilitazione sessuale si basa sull’uso di farmaci.

Quali farmaci?

Sone le cosidette farmacoprotesi, vale a dire sostanze che potenziano l’erezione quando c’è un danno erettile da malattia.

Come si usano?

Le più comuni si assumono per bocca o si iniettano nel pene. 

E’ un trattamento efficace nei pazienti operati per tumore alla prostata?

L’azione del farmaco è efficace ma lo stato d’animo del paziente di fronte ad una malattia potenzialmente mortale è sofferente e restio ad aprirsi alla sessualità. 

Come si comporta una coppia con il tumore alla prostata di fronte alla possibilità di una riabilitazione sessuale?

Di solito vengono volentieri a parlare ma raramente decidono di impegnarsi in una terapia complessa che prevede interventi comportamentali associati a farmaci. 

Che cosa fa soffrire di più una persona (maschio e femmina) che ha subito un intervento di asportazione di un organo con alta valenza sessuale?

Una volta guariti e superata la paura della morte, le donneoperate per tumore al seno e gli uomini operati per quello alla prostata sono  particolarmente sofferenti per il danno estetico. La loro maggiore difficoltà è di mantenere l’identità di genere avendo perso o l’integrità estetica o la capacità funzionale di organi simbolo della sessualità. 

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