Come tutte le sindromi di dolore cronico, la vulvodinia risponde poco ai farmaci e stabilire una terapia efficace non e’ scontato. I farmaci antidepressivi triciclici, usati per il dolore neuropatico, rappresentano il trattamento di prima scelta ma la loro efficacia non e’ uguale in tutti pazienti e Ia misura dei risultati positivi ha un significato clinico ma non statistico.
Come si puo’ rendere piu’ efficace la terapia della vulvovestibolite ?
L’associazione degIi antidepressivi triciclici con farmaci topici (creme vaginali), la cui azione si esplica a livello dei tessuti genitali esterni, aumenta l’efficacia del trattamento perche’ aggredisce in contemporanea due aspetti diversi della patologia.
Quali altri interventi sono stati provati nel tempo?
La vestibulectomia e’ un intervento chirurgico relativamente semplice che rimuove la parte di mucosa vulvare iperattiva e consente la rigenerazione di un tessuto sano. E’ efficace ma non e’ l’intervento di prima scelta. Infatti viene proposto quando altre modalita’ di trattamento hanno fallito.
Tra le tecniche di fisioterapia, il biofeedback e’ efficace per risolvere l’ipertono del pavimento pelvico.
Quali sono le raccomandazioni della Medicina Sessuale per curare la vulvodinia?
In generale si considera che l’associazione di piu’ tecniche garantisca maggiori possibilita’ di diminuire la gravita’ di un sintomo perche’ vengono aggredite piu’ componenti allo stesso tempo.
La Medicina Sessuale raccomanda un trattamento associato abbastanza complesso che include la prescrizione dei farmaci orali, di quelli topici e di strumenti specifici usati in terapia sessuale comportamentale.
Quali sono questi strumenti specifici?
– I dilatatori vaginali sono cilindri di calibro crescente che sono usati direttamente dalla paziente e che servono per desensibilizzare l’ostio vulvare dal dolore urente della penetrazione sessuale. Le sensazioni di pressione e bruciore sono parte della risposta allodinica della vulvodinia che i dilatatori vaginali possono risolvere.
– Gli esercizi di Kegel sono contrazioni ritmiche del muscolo pubo coccigo che forma il pavimento pelvico. Alle pazienti viene prescritto di effettuare 2 serie di contrazioni al giorno per tutta la durata del trattamento. I movimenti muscolari ritmici agiscono sull’ipertono del pubo coccigeo che, a sua volta e’ generato dal dolore della penetrazione. L’ipertonicita’, una volta stabilizzata, diventa fonte di una sensazione di pesantezza dolorosa che si somma al dolore urente specifico della vulvodinia e quindi deve essere risolta per ottenere la guarigione.
Qual’e’ l’efficacia di un approccio che associa tanti elementi diversi?
L’iperreattivita’ vestibolare risponde bene a questa associazione di farmaci e interventi comportamentali. Pero’ ridurre il dolore non e’ abbastanza per riprendere la vita sessuale. Infatti, il disagio sessuale e’ un sintomo molto complesso e difficile da eliminare una volta che si e’ creato. Spesso si vede che nelle donne con vulvodinia la funzione sessuale e la frequenza dei rapporti non migliorano dopo aver eliminato il dolore.
Come si affronta la sessualita’ nella vulvodinia?
Il modo piu’ appropriato e’ quello di agire sulla coppia con le modalita’di terapia sessuale comportamentale. Per questo si usano gli esercizi di focalizzazione sensoriale (o di piacere), prescrivendo alla coppia di astenersi dai tentativi di penetrazione vaginale. Gli esercizi consistono in una serie di carezze che aiutano la coppia a ritrovare il piacere senza dipendere dalla penetrazione dolorosa e di mantenere la sua intimita’ durante il trattamento associato per la vulvodina.