Alcuni interventi propri di terapia sessuale comportamentale, come l’uso dei dilatatori vaginali e gli esercizi di focalizzazione sensoriale, possono ridurre il dolore e ripristinare la sessualita’ nelle donne affette da vulvodinia; la loro efficacia aumenta quando vengono prescritti in associazione a tecniche per decontrarre del pavimento pelvico.
Come agisce la terapia sessuale comportamentale per la vulvodinia?
Gli interventi comportamentali sono piuttosto diversi fra di loro e percio’ agiscono su aspetti diversi del dolore vulvare e del disagio relazionale delle donne con vulvodinia. Quelli che saranno descritti di seguito, sono esercizi che la donna con vulvodinia e il suo partner fanno nella riservatezza della loro abitazione.
1 – I dilatatori vaginali sono cilindretti di plastica di diametro crescente, vengono usati dalla paziente stessa e inseriti delicatamente in vagina. Passando gradualmente dal piu’ piccolo a quello successivo, si desensibilizza l’iperreattivita’ della mucosa vaginale e si diminuisce l’iperalgesia del pavimento pelvico in risposta alla pressione esercitata nel canale vaginale. Via via che la donna affetta da vulvodinia si rende conto che i sintomi diventano piu’ leggeri e acquista fiducia, i dilatatori possono essere introdotti dal suo partner, cosa che migliora l’intimita’ e l’intesa della coppia.
2 – Gli esercizi di focalizzazione sensoriale (o di piacere), vengono effettuati dalla coppia e richiedono di astenersi dai tentativi di penetrazione sessuale. Ai partner viene chiesto di dedicare un certo tempo alle carezze reciproche per ottenere il piacere fisico in modo del tutto indipendente dal rapporto erotico tradizionale. Il tempo da dedicare a questi esercizi e come queste manovre possano entrare a far parte delle abitudini della coppia viene discusso e deciso durante le sedute di terapia sessuale comportamentale. Le carezze reciproche sono fatte sul tutto il corpo ma l’esposizione del nudo e la manipolazione delle parti a maggior significato erotico avvengono in maniera graduale. Questo e’ necessario per consentire che il recupero dell’intimita’ avvenga di pari passo con l’estinzione del dolore vulvare. Evitare un comportamento che provoca dolore contribuisce a diminuire l’ansia e le aspettative negative legate alla relazione sessuale. Procedendo con gli esercizi di focalizzazione sensoriale, la coppia crea il suo rituale positivo all’interno del quale puo’ ricostruire la propria intimita’ fisica.
3 – Gli esercizi per decontrarre il muscolo pubococcigeo (che forma il pavimento pelvico) servono a superare la sua contrattura involontaria che caratterizza la vulvodinia. Alla paziente viene chiesto di contrarre il pubo coccigeo in maniera ritmica in modo da imprimere un movimento di contrazione/rilasciamento che riduce l’ipertono muscolare di base. L’ipertono ha il significato di contrattura antalgica, vale a dire una contrattura muscolare che l’organismo mette in atto per proteggere la vagina dalla penetrazione dolorosa della vulvodinia. Come in altre alterazioni patologiche della funzione organica, l’ipertono non e’ in grado di risolversi spontaneamente anche se la sua causa (l’iperreattivita’ della mucosa vulvare) viene rimossa. Per questo motivo, la serie di contrazioni muscolari volontarie deve essere ripetuta costantemente piu’ volte al giorno per tutto il tempo che dura la terapia sessuale comportamentale.