Gli uomini che sono stati operati a causa di una neoplasia prostatica hanno bisogno di un approccio complesso per migliorare la loro funzione sessuale.
La riabilitazione sessuale
In Medicina Sessuale queste problematiche si affrontano con un lavoro terapeutico articolato che, oltre a farsi carico dei problemi dell’umore, accompagni queste persone nell’iter della riabilitazione sessuale impiegando interventi comportamentali associati ad un regime farmacologico. Questo perché contemporaneamente devono essere trattati la perdita del desiderio con le modalità della psicoterapia sessuale breve (focalizzata sul sintomo) unitamente al danno organico che richiede il trattamento farmacologico.
Il disturbo da stress post-traumatico
I pazienti portatori di una malattia tumorale sviluppano una reazione emotiva di tipo depressivo caratterizzata da difficoltà alle relazioni interpersonali, anedonia e perdita del desiderio sessuale. Il quadro può essere assimilato a quanto si osserva nel disturbo da stress post-traumatico da stress (PTSD) ricordando che la fondata paura di perdere la vita, la salute o l’integrità fisica propria o di una persona amata possa dare origine ad una reazione emotiva caratterizzata dagli squilibri descritti in precedenza.
L’alterazione dell’immagine corporea
Nel caso dei pazienti operati, alla paura per la vita si aggiungono il disagio per le cicatrici e la limitazione funzionale dell’organo colpito. Il reliquato chirurgico è vissuto come un’aggressione alla propria fisicità per l’alterazione dell’immagine corporea che comporta. Particolarmente impegnativo è l’approccio sessuologico ai pazienti colpiti agli organi genitali, in quanto la loro maggior difficoltà è di mantenere l’identità di genere avendo perso o l’integrità estetica o la capacità funzionale.
L’intervento proposto in Medicina Sessuale
L’intervento proposto in Medicina Sessuale associa l’uso di farmaci che potenziano la capacità erettile del paziente operato con la terapia comportamentale sessuale.
Armonia della coppia
E’ importante sottolineare che le modalità terapeutiche devono tenere conto dell’equilibrio relazionale della coppia, pena il fallimento della cura. Così in quelle armoniche che sanno essere complici sessuali anche nelle difficoltà proponiamo un intervento di psicoterapia sessuale strutturato per facilitare la comunicazione fisica e verbale.
Purtroppo però, nelle coppie che non hanno sviluppato questa confidenza fisica e erotica, il nostro intervento sulla relazione diadica deve essere molto più blando: cerchiamo di favorire la coesione tra partner per quanto riguarda l’esperienza della malattia, ma evitiamo di forzare un’intimità che non è più presente e sembra non più desiderata.