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Uomini, donne e desiderio sessuale. […]

Sulle riviste e sui vari mezzi di comunicazione social è abbastanza frequente parlare di desiderio, cioè dell’interesse erotico. Se ne parla come componente di una relazione amorosa armonica, oppure come spina dolente nel caso di conflitti di coppia. 

Si parla molto meno del disinteresse cronico o della perdita del desiderio. Disinteresse e perdita non sono la stessa cosa. In un caso il desiderio non c’è mai stato, dall’altro è sparito “ad un certo punto”.

Da dove nascono questi due diversi atteggiamenti? 

Come si è detto, le situazioni che ci sono dietro sono molto differenti e devono essere conosciute se ci si vuol prendere carico di queste condizioni.

Cominciamo con il disinteresse.

Quando il desiderio manca “da sempre” in una persona realizzata in famiglia, con amici, con interessi sociali e con un impegno lavorativo soddisfacente, sappiamo che si possono escludere la malattia organica e il disagio psicologico che si rifletterebbero anche in altre sfere della vita.

Quel poco che la persona vuole e ricerca è effettivamente tutto quello di cui la persona sente il bisogno. Aver bisogno di meno in confronto ad altre persone della stessa età e delle stesse condizioni è solo una variante e certamente non si può considerare una patologia. E’ la misura del bisogno, del desiderio appunto, che qualcuno ha per qualcosa. Non hai fame e non cerchi da mangiare, non hai sete e non cerchi da bere. 

Come si risponde ai bisogni?

Il/la paziente è sereno perché non ha bisogni che rimangono insoddisfatti. Il disagio è tutto del/la partner che rimane inquieta perchè non si sente desiderata. 

Chi è inquieto?

Purtroppo, però, non di rado è il/la partner a non essere felice.  Non riceve una risposta adeguata e il suo erotismo rimane insoddisfatto. La voglia che rimane inascoltata viene rintuzzata e a poco a poco la mortificazione si fa strada. Da questa, a cascata discendono altri punti di conflitto, soprattutto si interrompono i piccoli gesti d’affetto. 

Sono i gesti dell’intimità e della complicità che i partner scambiano in modo un po’ casuale e che preparano la strada all’erotismo, ma che non trovano posto in una relazione distante.

Come cambia la relazione?

Freddezza da una parte e mortificazione dall’altra: complicità e intimità come fanno a sopravvivere?
Questo è il quadro che si incontra di frequente nelle coppie che vengono a chiedere aiuto. 

Cosa fa la Medicina Sessuale?

La Terapia Sessuale Comportamentale ha mezzi per incoraggiare la comunicazione verbale e fisica di una coppia in crisi.

Come evolve la coppia con un partner poco interessato?

Il punto di disagio tra i due partner è la discrepanza di interesse erotico tra di loro. Non c’è un bene o un male, non c’è un metro. C’è l’effetto negativo che il volere di più o il volere di meno ha su entrambi i partner.
Chi vorrebbe di più è mortificato perché i suoi bisogni rimangono insoddisfatti. 
Chi vorrebbe di meno è colpevolizzato da richieste che non può assecondare.
Naturalmente, il conflitto non è l’unico destino di una coppia sbilanciata. La diversa intensità di erotismo può essere superata dalla condivisione di altri interessi che hanno grande valore per entrambi i coniugi. Interessi di studio, attività sociali, cura della famiglia allargata concorrono a mantenere l’intimità della relazione e assicurano una solida base per la vita armonica della coppia.