Le patologie ginecologiche che si presentano con dolore ai rapporti, accompagnate da segni fisici come arrossamenti e perdite vaginali, sono riconosciute e diagnosticate facilmente. Ma quando il bruciore o il dolore acuto alla penetrazione avvengono non solo alla penetrazione ma anche alla pressione leggera, con uno sfioramento, senza segni fisici evidenti, bisogna sospettare una iperreattività funzionale della vulva.
Questo quadro può esere associato o no all’ipertono del pavimento pelvico che la paziente percepisce come tensione e che viene rivelato all’ispezione bimanuale.
Le vaginiti
Le vaginiti sono episodi infiammatori o infettivi, di solito ad insorgenza acuta. I primi sono causati da comportamenti traumatizzanti per i tessuti genitali, come potrebbe essere il contatto con l’acqua salata e la sabbia d’estate, o un’irritazione per biancheria super attillata o ancora sfregamenti prolungati come andare in bici a lungo. I secondi sono causati dal contatto con un microorganismo che provoca infezione: dalle banali candida e flora mista, fino a virus e batteri di una certa gravità come il tricomonas e l’HPV.
Il quadro clinico delle vaginiti
Le vaginiti si differenziano nettamente dalla vulvodinia-vulvovestibolite grazie al loro quadro clinico: dolgono in modo vivace e continuo e si accompagnano a perdite e modificazioni fisiche evidenti della parte colpita.
La sindrome vulvo vestibolare detta anche vulvodinia
In mancanza di segni fisici evidenti si ha una condizione che è stata inizialmente chiamata “sindrome vulvo vestibolare”. In seguito è stato adottato il termine “vulvodinia”. La diagnosi di vulvodinia (VD) -o sindrome vulvo vestibolare (VVS) che è un termine equivalente- viene data quando non c’è evidenza di patologie dermatologiche o ginecologiche comuni, ma è presente il dolore alla penetrazione o alla pressione, anche se lieve.
Che cosa è la sindrome vulvo vestibolare detta anche vulvodinia?
La VD (o VVS) fa parte delle sindromi di dolore cronico di origine sconosciuta che è caratterizzata da dolore ai rapporti, difficoltà alla penetrazione e, spesso, impossibilità di concludere la relazione sessuale. Il dolore può insorgere spontaneamente senza che nessun comportamento erotico ne sembri direttamente responsabile; in altri casi si manifesta a seguito di un contatto lieve con la parte sofferente che non sarebbe giudicato “doloroso” da donne libere da questa condizione.
Come si fa diagnosi di sindrome vulvo vestibolare detta anche vulvodinia?
Insieme alla paziente è necessario ricostruire la storia di come il dolore si è manifestato per la prima volta perché questo consente di arrivare alla diagnosi corretta. Nel caso di VD o VVS, il primo episodio può arrivare gradualmente o all’improvviso, nell’adolescenza, al primo rapporto sessuale, dopo un periodo di funzionamento normale, dopo la gravidanza, dopo la menopausa o dopo vaginiti ricorrenti.
Qual’è il quadro clinico della sindrome vulvo vestibolare detta anche vulvodinia?
Le donne colpite incontrano difficoltà con comportamenti giornalieri che tutti consideriamo normali: non possono rimanere sedute a lungo, non possono indossare biancheria attillata ne’ andare in bici. Il dolore sessuale è la cosa più difficile da sopportare perché blocca lo scambio erotico nella relazione in modi che la coppia non riesce a capire e provoca incomprensione e distanza emotiva tra la donna e il suo partner.