Il miglioramento eccezionale che abbiamo visto nelle cure per le malattie oncologiche ha portato con se’ nuovi problemi da risolvere – per fortuna! Nelle ultime decadi ci si preoccupava di garantire la sopravvivenza, ora ci dobbiamo impegnare per garantire una buona vita negli anni che siamo riusciti a guadagnare.
Gli effetti secondari delle terapie oncologiche
Nelle donne giovani, il mantenimento della fertilità è la difficoltà più sentita dopo la guarigione. La chemioterapia sopprime le reazioni biochimiche che consentono lo sviluppo e la maturazione del follicolo ovarico. L’arresto metabolico provoca una perdita irreversibile della riserva ovarica e crea di fatto uno stato di infertilità.
Le persone molto giovani hanno una certa capacità di riparare questi danni. Grazie a questo, la perdita della riserva ovarica può non essere totale anche se rimane arduo valutarne il valore residuo.
I bisogni delle pazienti guarite
Molte pazienti sopravvivono e hanno bisogno di aiuto per riabilitare quelle funzioni che sono state pesantemente alterate dalle terapie contro il tumore. Tra queste due che saltano agli occhi sono la riabilitazione del comportamento sessuale perché uomini e donne sopravvissuti al tumore abbiano una vita emotivamente piena e soddisfacente. L’altra è la preservazione della fertilità dopo l’effetto gonadotossico della terapia.
Come si può preservale al meglio la fertilità in queste giovani donne?
E’ possibile rispondere al desiderio di fertilità di una paziente che deve assumere chemioterapici se si agisce prima dell’inizio della terapia. L’opzione migliore è l’impego della criopreservazione degli ovociti, ma anche degli embrioni o del tessuto ovarico. La scelta del materiale biologico da crioconservare deve essere fatta dagli oncologi sulla base delle diverse condizioni cliniche e le tempistiche dei trattamenti.
Quanto funzionano le tecniche di criopreservazione e per quanto tempo si possono conservare i tessuti?
Le percentuali di successo per la conservazione degli ovociti sono alte e si avvicinano a quelle degli ovociti freschi, ma c’è ancora un divario specialmente riguardo al tessuto ovarico. Le tecniche di criopreservazione sono efficaci e in condizioni ottimali non esiste un tempo di scadenza e non c’è un effetto negativo sul prodotto del concepimento.
Qual è il futuro della preservazione della fertilità?
Ci sono ancora tanti progressi da fare che però sembrano non difficili da raggiungere. Tra questi, il miglioramento delle neovascolarizzazione e la conservazione del tessuto ovarico.
Che dire della coppia?
Affrontare una malattia oncologica e, una volta superata, afforntare il percorso della riproduzione assistita ha un costo emotivo notevole e solo le coppie capaci di condividere intimità, armonia e gratificazione sessuale possono percorrere questa strada difficile con serenità.