L’intensità del desiderio e dell’eccitazione suscitati dall’aspettativa di un incontro erotico, così come la gratificazione personale ed il piacere ottenuti, variano da persona a persona e da momenti e circostanze diverse nella vita di una stessa persona.
Esistono fattori i biologici che possono condizionare o cambiare la risposta erotica di una persona?
E’ opinione diffusa che gli ormoni androgeni migliorino la risposta sessuale delle donne, opinione che si perde negli anni e che sembra nascere da impressioni cliniche raccolte di tanti medici.
Ci sono prove chiare di questo?
No. Di fatto, l’azione reale degli androgeni sulla sessualità femminile rimane ancora da chiarire.
Da dove nasce l’ipotesi di una correlazione tra androgeni e desiderio?
Il primo a parlare di questo possibile legame, nel 1959, fu Waxermberg che aveva osservato la perdita di desiderio in donne sottoposte ad adrenalectomia per tumore al seno. La sua ipotesi ebbe grande seguito, anche se limitava l’osservazione all’asportazione delle surrenali e non considerava affatto l’impatto che aver subito l’asportazione della mammella o la consapevolezza di essere ammalate di una malattia potenzialmente mortale potevano avere sull’emotività delle pazienti.
Che cosa è successo in seguito?
Sudi successivi, replicati da più scienziati, mettono in evidenza una relazione tra valori del picco di Testosterone a metà ciclo e frequenza dell’attività sessuale di donne in età fertile. Alcuni studiosi, ma non tutti, hanno trovato una blanda correlazione tra i valori di Testosterone e il desiderio, la frequenza dell’attività sessuale e della masturbazione, mentre altri la negano.
Ci sono approfondimenti su questi risultati?
Si, sono state studiate molte varianti delle possibili correlazioni tra androgeni e desiderio.
Studi che mettono in correlazione statistica la frequenza dei rapporti di donne sessualmente attive con quella di donne ipoattive in relazione alle concentrazioni di testosterone in circolo per ciascuna donna non hanno trovato nessun dato che potesse suggerire un qualche legame, nonostante i valori comportamentali fossero tanto diversi [A. Ghizzani et al: Androgeni e comportamento sessuale nella donna, Atti del congresso Androgeni e Funzione Riproduttiva nella Donna, Siena 19-20 maggio, 1988]
Allora acosa servono gli androgeni? Qual’è la loro funzione specifica?
E’ provato che gli androgeni siano necessari per il generale mantenimento del comportamento sessuale fisiologico della donna.
In quali situazioni si osserva la loro azione di promozione del desiderio?
Si arriva a questa conclusione, clinicamente provata, osservando la diminuzione del desiderio in donne in cui la quota androgenica si riduce, come alla menopausa o nella castrazione chirurgica.
Cosa sostiene questo dato?
Un sostegno chiaro e inconfutabile, indipendente da fattori psico-relazionali, viene dal fatto che in presenza di valori patologicamente bassi, una terapia sostitutiva a base di T può ripristinare il desiderio sessuale (B.B. Sherwin)
Ciò cambia quanto detto in precenenza?
Assolutamente no! E’ noto e provato che quando gli androgeni sono entro i limiti fisiologici, la somministrazione ormonale esogena non cambia il grado di libido (J. Bancroft)
In conclusione:
Le osservazioni scientifiche non confermano un ruolo specifico degli androgeni per la promozione del comportamento sessuale, inteso come desiderio e ideazione, nella donna. La pratica clinica, se si basa soprattutto su quanto riportano le pazienti, sembra essere un po’ più possibilistica. Probabilmente, il modo giusto di considerare questa problematica è di tener presente che la sessualità umana, vissuta in corpore viri, ha sempre molte più sfaccettature ed è sempre molto più complessa e ricca di motivazioni di quanto gli stuti statistici possano includere. Quindi, mantenere un atteggiamento aperto e scegliere ciascun intervento basandosi sulle necessità di pazienti diverse è il modo più giusto di lavorare.