L’intensità del desiderio e dell’eccitazione stimolato dall’aspettativa di una relazione sessuale e la gratificazione che deriva da questo evento variano da individuo ad individuo e da un momento di vita all’altro pur nella stessa persona. Questa osservazione ha stimolato l’interesse a capire quali fossero i fattori biologici capaci di influenzare il comportamento sessuale.
Gli androgeni hanno certamente un ruolo nell’influenzare la risposta sessuale femminile, però la loro efficacia reale è ancora incerta.
Nel lontano 1978 e in vari altri progetti successivi, uno studio fatto su giovani donne ha visto che le concentrazioni plasmatiche medie di testosterone non si correlavano a differenze nella frequenza dell’attività sessuale. La mancanza di una correlazione statistica, a dispetto di ossrvazioni cliniche, fa si che il problema rimanga controverso fino ai nostri giorni.
Che gli androgeni sia necessari per il mantenimento della normale sessualità nella donna è provato dalla diminuzione drastica del desiderio in donne per le quali le concentrazioni di androgeni si erano ridotte o per eventi fisiologici, come la menopausa e l’invecchiamento, o per patologie. Una ulteriore conferma del ruolo giocato dagli androgeni è che, in presenza di valori ematici patologicamente bassi, una terapia sostitutiva può ripristinare il desiderio sessuale. E’ noto anche che quando la concentrazione ematica degli androgeni è entro i limiti fisiologici, la somministrazione esogena di preparati farmacologici non cambia il grado di desiderio.