Il dolore localizzato ai genitali esterni è una condizione medica che si dimostra impegnativa sia per essere riconosciuta (cioè diagnosticata) rispetto a sintomatologie simili, sia per essere trattata e, possibilmente, guarita!
Perché la vulvodinia presenta queste difficoltà?
Essenzialmente perché non se ne conosce una causa diretta. Secondo tanti dati della letteratura e anche miei personali, è dimostrato uno stato infiammatorio dei tessuti; per questo si parla di dolore neuropatico. Ma non abbiamo ancora fatto il passo successivo, cioè non conosciamo le cause dello stato di neuropatia.
In mancanza di una singola causa riconosciuta, per combattere il dolore si deve intervenire con un approccio multifattoriale. Quello che la paziente sente è “dolore”, che è fatto dalla somma di fattori diverse. C’è lo stato di flogosi neuropatica dei tessuti, ma ci sono altre sensazioni dolorose che la paziente ci riferisce nel corso della diagnosi. Sempre presenti sono la risposta anomala dei muscoli del pavimento pelvico e l’aspettativa del dolore durante i rapporti, cioè l’ansia anticipatoria.
Queste tre componenti sono sempre presenti e vanno curate insieme se si vuole che il dolore migliori. Come si fa?
Io uso varie tipologie di farmaci per via sistemica oppure locale che servono per ridurre la flogosi neuropatica. Questi farmaci sono associati a interventi specifici della terapia sessuale comportamentale per decontrarre la muscolatura vaginale. Quando la paziente vive una relazione stabile, si usano interventi comportamentali per facilitare il contatto fisico di coppia.