La menopausa precoce è direttamente correlata alla perdita di tessuto osseo e all’occorrenza di fratture, provocate perfino da traumi lievi. In Medicina, si definisce “menopausa precoce” quella che avviene prima dei 45 anni e che è riconosciuta come il più importante fattore di rischio per le patologie dello scheletro. La perdita di tessuto osseo è un processo che va avanti nel tempo senza fermarsi mai e che rappresenta la causa delle fratture spontanee o per trauma minimo nell’età più avanzata.
Oggi l’età media alla menopausa è di 52 anni ed è intuitivo capire che quando si presenta prima dei 45 anni (cioè molto prima di quanto atteso) le condizioni che la lei dipendono si manifestanno precocemente. Tra queste, la più temibile è l’osteoporosi. Riguardo a questo, molti studi dimostrano come si possa prevedere lo stato di salute dell’osso basandosi sugli anni trascorsi dalla menopausa invece che sull’età.
A proposito della menopausa precoce, vanno sottolineate due cose: la prima è la sua relazione con il grado di densità ossea al collo femorale e con il maggior rischio di fratture; la seconda è che il rischio di fratture aumenta del 5% per ogni anno successivo alla menopausa.
Questo concetto non è nuovo ma richiede una riflessione per essere incorporato nella pratica clinica di ampia portata. L’importanza di stabilire il rischio di fratture basandosi sul momento di cessazione dell’attività ovarica, invece che sull’età anagrafica pura e semplice, appare chiaro quando si riflette sui dati che vengono via via riconfermati da numerose osservazioni cliniche.
Sappiamo che la massa ossea comincia il suo declino circa un anno prima della cessazione definitiva dei cicli mestruali (a causa della progressiva diminuzione degli estrogeni in circolo) e che il fenomeno continua a ritmo sostenuto per circa 3 anni. Dopo, l’intensità della perdita di calcio diminuisce, però non si ferma, anzi continua inevitabilmente per tutta la vita.
Nelle donne post menopausali, i punti dello scheletro più sottoposti al rischio di fratture sono il collo del femore e le vertebre lombari, indipendentemente dall’età di menopausa o da quella cronologica. Per questo è importante che le pazienti prestino molta attenzione ai cambiamenti della postura provocati da età e condizioni artrosiche e che mantengano un’attività fisica adeguata a garantire la massima mobilità possibile.
Le osservazioni appena riportate spiegano come mai la situazione ossea delle pazienti che prima di 45 anni abbiano sofferto per una condizione di insufficienza ovarica a vario titolo sia cosi fragile e come un lavoro di prevenzione del danno posturale sia di estrema importanza per il loro benessere.