La sessualità risente di tutte le malattie gravi e ad andamento cronico che alterano i meccanismi fisiologici dell’eccitazione genitale e inducono uno stato di prostrazione emotiva che cancella l’erotismo. Nel caso del tumore al seno, gli effetti collaterali organici sono quelli tipici della privazione degli estrogeni; quelli psicologici sono legati al trauma della diagnosi, all’alterazione dell’immagine corporea e della femminilità.
Andando nel dettaglio, quali sono i fattori sia organici che psicologici che influenzano la vita sessuale dopo un tumore al seno?
La privazione degli estrogeni, ottenuta farmacologicamente, induce tutti i sintomi della menopausa precoce che nelle donne giovani sono particolarmente devastanti perché avvengono quando l’organismo non è ancora pronto. Le caldane compaiono per prime, mentre l’osteoporosi, l’atrofia vaginale e le alterazioni metaboliche si instaurano in tempi un po’ più lunghi.
Il tumore è una malattia di cui, nonostante tanti progressi, si può ancora morire e molti pazienti sviluppano uno stress cronico come risposta al trauma emotivo. Il quadro comprende la perdita del desiderio sessuale, dell’appetito, del sonno, della capacità di concentrarsi, lavorare e funzionare, insieme a crisi di pianto.
A quale stadio si fa diagnosi di tumore al seno?
Per fortuna il carcinoma della mammella può essere diagnosticato ad uno stadio molto precoce, quando è ancora una lesione limitata, e viene rimosso con un intervento che conserva il seno anche se provoca una alterazione estetica.
L’asportazione del nodulo risolve la patologia nel caso di un carcinama mammario?
No, non sarebbe sufficiente ad assicurare che la malattia non si ripresenti. Per questo le pazienti vengono sottoposte a radioterapia, mentre la terapia ormonale o citostatica sono riservate ai casi a rischio di diffusione metastatica.
Come reagiscono le pazienti alla notizia di avere un tumore al seno?
La reazione immediata alla diagnosi è quella di incredulità e di sconforto che danno origine a episodi di stress emotivo con ansia acuta, di pianto e di difficoltà ad accettare la realtà.
E’ così per tutte?
In un primo momento si; nei giorni successivi alla diagnosi si vedono reazioni diverse, legate soprattutto alle diverse fasce d’età. Donne più giovani, in età fertile, e donne in menopausa mostrano un adattamento emotivo differente.
Com’è la relazione fra cancro al seno e sessualita’ nelle donne più anziane?
Nel corso degli anni, le più anziane sono venute in contatto con problemi di salute gravi, se non a loro carico almeno a quello di familiari e amici. L’esperienza passata le rende più consapevoli e più capaci di accettare la loro malattia come parte degli eventi della vita. Per questo loro atteggiamento piu’ possibilistico, la sessualita’ ha maggiori probabilita’ di ritrovare un suo spazio nell’armonia della coppia. Certo rimane la preoccupazione, ma sono sollevate del fatto che la diagnosi precoce promette la guarigione.
Dove trovano il sostegno emotivo di cui hanno bisogno dopo la diagnosi di tumore al seno?
I mariti delle donne in menopausa sono una fonte notevole di sostegno emotivo per le loro mogli per i vari momenti della vita e non solo nella relazione fra tumore al seno e sessualita’. Ma anche la rete di solidarietà al femminile (le sorelle, le amiche intime e le figlie) è cruciale per condividere pensieri e preoccupazioni e confrontarsi con le esperienze delle altre. La sua importanza è assoluta quando il marito è emotivamente assente o manca del tutto.
Come si comportano le donne giovani?
Nelle più giovani lo stato di sconforto dura più a lungo sia per la paura della malattia che per la perdita dell’integrità estetica del seno. Accettare l’aspetto cambiato a causa dell’intervento chirurgico è sempre molto difficile per la donna giovane. Questa difficoltà dura a lungo, interferisce con le spontanee manifestazioni d’affetto e con la sessualità e, non per ultimo, risente della qualità della relazione con il marito.
Come cambia la vita sessuale della coppia quando sopravviene il tumore al seno?
Molti fattori influenzano la sessualità delle donne con tumore al seno anche quando la diagnosi precoce consente interventi chirurgici conservativi e offre una possibilità concreta di guarigione. Bisogna pensare che sapere di avere un tumore, una malattia ancora oggi potenzialmente mortale, altera il tono dell’umore e cancella il desiderio sessuale;
Inoltre, la cicatrice chirurgica, anche quando è esteticamente accettabile, è segno indelebile della malattia, non consente che ci se ne dimentichi e interferisce pesantemente nei giochi amorosi.
Che cosa può influenzare positivamente la ripresa della vita sessuale dopo un tumore al seno?
Un fattore che stimola il desiderio è il sentirsi sessualmente adeguate anche dopo l’intervento chirurgico ablativo. Questo dipende in gran parte dalla soddisfazione erotica e dall’armonia che la coppia ha vissuto negli anni.
Come cambia nel tempo l’accettazione estetica della cicatrice?
Nella donna giovane, la capacità di accettare la cicatrice chirurgica non risente affatto del sostegno di parenti e amici. Invece dipende moltissimo dalla capacità di condividere la paura di una malattia potenzialmente mortale. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, vari studi riportano che non esiste una correlazione diretta fra la soddisfazione sessuale e l’accettazione estetica della cicatrice.
Nella donna meno giovane l’accettazione della cicatrice chirurgica è più facile probabilmente per una consapevolezza che la malattia esiste e può colpire, mentre l’impressione clinica che armonia e ripresa della vita sessuale vadano di pari passo non è confermata dalle statistiche.
Come intervengono gli altri membri della famiglia di fronte alla diganosi di tumore al seno?
Di solito, le giovani donne hanno figli troppo giovani per poter dare sostegno. Anzi, le pazienti cercano di fare finta di niente e di tenerli all’oscuro più possibile per non turbarli.
C’è qualcosa che donne di fasce d’età diverse hanno in comune?
Con il tempo anche le donne più giovani, come più facilmente fanno le anziane, sono riconoscenti per la diagnosi precoce che ha aiutato a salvar loro la vita e sviluppano gratitudine e fiducia nella Medicina e soprattutto mei medici che le stanno curando.
Il cerchio delle amiche serve?
Serve moltissimo alle pazienti di tutte l’età. Nel momento del bisogno si capisce che quello della solidarietà femminile è tutt’altro che un mito. I dubbi, le paure, i momenti di tristezza e la voglia di piangere si vivono con le amiche e le sorelle. Sapere che ci si può confidare con chi è pronta a dare sostegno è un punto di forza irrinunciabile per chi deve affrontare l’iter della malattia oncologica.