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Il deficit erettile: più frequente oggi che nel passato?[…]

Per disfunzione erettile (comunemente detta “impotenza”) s’intende la difficoltà di ottenere o mantenere l’erezione. La patologia interessa uomini affetti da diverse condizioni mediche e psicologiche, da conflitti di coppia e da disagi sociali, ma si ritrova anche in persone che non hanno motivi apparenti che la giustifichino. Sottolineiamo che in questo articolo si parlerà solo di pazienti senza patologie organiche. Un discreto numero di persone si trova a  dover affrontare la difficoltà di comportamento sessuale in qualche fase della vita. Per mettere meglio a fuoco la complessità del problema può essere interessante vedere se la disfunzione erettile è più frequente ora che nel passato.

Ieri e oggi

La risposta alla domanda che ci poniamo non può essere esauriente. Le sue limitazioni risiedono nella natura del problema: la vita sessuale è privata, nascosta se vogliamo, e non mostra in pubblico le difficoltà. Di conseguenza, lo scienziato curioso non ha l’opportunità di effettuare liberamente le sue osservazioni. Può solo studiare i casi che gli vengono rivelati spontaneamente dai pazienti. Per questo motivo, le fonti più accreditate (tra cui il rapporto Kinsey) basano i loro dati sulle informazioni raccolte da interviste con volontari, che si suppone siano sinceri proprio perché “volontari”. Il fatto che queste persone siano più o meno rappresentative della popolazione generale rimane una speculazione.

Che incidenza aveva il deficit erettile qualche decennio fa?

Nel 1948, il rapporto Kinsey riportava una frequenza di difficoltà erettile nel 7% di uomini fino alla soglia dei 60.  La percentuale aumentava negli anni successivi: 25% a 70 anni, 55% a 75 anni e così via. Numeri simili si trovano in altri studi che vanno dagli anni ’60 ai ‘90. E’ importante sottolineare che la frequenza di deficit erettile riportata in questi studi non fa differenza tra le patologie organiche specifiche, l’effetto dell’età, i meccanismi d’invecchiamento, oppure i conflitti di coppia.

Gli ostacoli alla raccolta dei dati sono rappresentati dalla non visibilità della patologia sessuale e impediscono la quantizzazione di una certa disfunzione rispetto ad un’altra o rispetto alla popolazione generale. Usando una prospettiva totalmente differente, noi possiamo dare una risposta che è limitata da confini più stretti (cioè la coorte di pazienti trattati), ma la cui realtà ed oggettività possono essere provate.

La nostra esperienza.

Presso l’ambulatorio di Medicina Sessuale dell’università di Siena (1990 – 2015), i pazienti con deficit erettile rappresentavano il 60%  di tutti i maschi trattati. Di loro, solo il 29% desiderava effettuare la terapia comportamentale con la partner, cosa che testimonia un disagio verso la sessualità, ma anche verso la relazione di coppia.

Il numero non ci dice qual’è la frequenza della disfunzione nella popolazione generale; però dimostra che in metà dei casi la difficoltà erettile rappresenta la punta dell’iceberg, cioè la manifestazione fisica di conflitti tra i partner. Che il disagio e lo scontento si sommino alla meno pronta risposta erettile causata dall’invecchiamento rende ragione del fatto che dopo i 60 anni la percentuale dell’impotenza aumenti.

In altre parole, il disagio fa diminuire l’interesse ma ciò non altera l’erezione finchè il sistema organico funziona bene. Quando, con il passare degli anni, lo stesso disagio si associa ad un funzionamento ridotto, ecco che si presenta il problema. Comprendere come i fattori relazionale e organico si associno è di importanza cruciale per strutturare un intervento terapeutico adeguato.

Per completezza aggiungiamo che nelle coppie armoniche, i meccanismi dell’invecchiamento agiscono ugualmente ma la buona intesa fa si che una vita sessuale gratificante sia mantenuta più a lungo.

Alla luce di queste considerazioni, si può concludere che l’incidenza attuale del deficit erettile nella popolazione generale non ci è nota. Sembra che ad oggi il problema sia più frequente, ma probabilmente è solo più evidente mentre i numeri rimangono uguali.

Perché oggi si parla di più di impotenza?

Certamente di disfunzioni sessuali si parla di più e forse la maggior attenzione ci porta a pensare, senza prove, che oggi i problemi di erezione siano più frequenti che nel passato. Innanzi tutto consideriamo che la biologia non è cambiata ma le risorse terapeutiche per migliorare il corso della malattia, si!

Risolvere o attenuare la difficoltà erettile è oggi possibile.  E’ più ragionevole pensare che i pazienti siano incoraggiati a consultare il medico non tanto per l’atteggiamento aperto e permissivo della società ma soprattutto perché sanno che esistono cure possibili.

Quali sono i farmaci per l’erezione?

Le protesi farmacologiche orali (cioè gli inibitori della fosfodiesterasi di tipo V) sono diventate disponibili su larga scala all’inizio degli anni ’90; da allora, alle preparazioni di base si sono aggiunte formulazioni lievemente diverse che vanno incontro a tante esigenze (come la prontezza della risposta e la durata d’azione) https://medicinasessuale.net/wp-admin/post.php?post=3028&action=edit.

In caso di controindicazioni all’uso delle protesi farmacologiche orali, è disponibile un preparato farmacologicamente molto diverso che il paziente può auto iniettarsi direttamente nei corpi cavernosi quando si trova in procinto di un rapporto sessuale https://medicinasessuale.net/wp-admin/post.php?post=3091&action=edit.

Patologie  e farmaci collegabili al deficit erettile

L’ipertensione, il danno vascolare, il diabete, le endocrinopatie e l’obesità sono condizioni fortemente implicate nei problemi d’erezione. Tra i farmaci, alcuni tra quelli per il sistema cardiocircolatorio e i gastroprotettori possono contribuire alla difficoltà di erezione.

La diagnosi dell’impotenza su base organica.

Per attribuire l’eziologia organica è indispensabile un esame del sangue di base, un dosaggio ormonale, lo studio delle funzioni epatica e renale  e l’esclusione di una cardiopatia .

Sono cambiate le aspettative e i desideri degli uomini?

Come abbiamo già ricordato, la biologia non cambia, ma altri fattori che comandano l’approccio alla sessualità degli uomini nella 6° e 7° decade di vita sono cambiati eccome!

Dopo i sessant’anni una discreta percentuale di uomini ha difficoltà ad ottenere e mantenere erezioni complete, anche in assenza di patologie specifiche. Questo è un effetto dei processi dell’invecchiamento che si aggrava con il passare degli anni, tanto che circa il 60% dei settantenni  ha sia problemi d’impotenza che di eiaculazione.

Per contro, i giovani anziani di oggi godono di maggior benessere dei loro genitori ed hanno aspettative più altre per la qualità della loro vita. Ciò li rende i fruitori ideali di quanto la Medicina Sessuale può offrire per migliorare la relazione sessuale non solo dal punto di vista farmacologico. Infatti, la terapia sessuale comportamentale aiuta a ristrutturare abitudini non più adeguate per migliorare l’erotismo.