La malattia (o morbo) di Peyronie è il nome dato alla presenza di un’incurvatura dell’asta del pene.
Come compare il Peyronie?
Prima che questa condizione si manifesti, il paziente è soggetto ad un periodo variabile di erezioni dolorose apparentemente senza motivo. La fase acuta della malattia è caratterizzata dal dolore che impedisce l’erezione, ma che può risolversi anche spontaneamente nell’arco di qualche mese.
Quali pazienti soffrono per il Peyronie?
E’ difficile sapere la reale incidenza del morbo di Peyronie perché i pazienti con sintomi lievi e che possono continuare un’attività sessuale regolare tendono a non cercare raccontare questo problema al loro medico. Ricordiamo che il dolore scompare anche senza l’uso di farmaci, quindi l’atteggiamento di questi uomini è abbastanza giustificabile.
La malattia ha una comparsa e un andamento indipendente dalle comuni malattie metaboliche. Infatti, non si ritrova nessun legame di causalità ne’ una associazione con il diabete, l’ipertensione, il colesterolo o le dislipidemie. Da sottolineare che l’età dei soggetti che possono essere colpiti abbraccia un ampio arco visto che la malattia è stata documentata in persone prima dei 40 anni e dopo i 70.
Quando la condizione di Peyronie si cronicizza, il dolore scompare mentre si forma una placca di tessuto fibroso lungo l’asta del pene che provoca l’angolatura del pene stesso. Il grado di deformazione dell’asta è la caratteristica più importante nell’andamento cronico della malattia perché è quella che determina per la coppia la possibilità o meno di avere una vita sessuale e soddisfacente.
Andamento clinico del Peyronie
Da un punto di vista clinico, il Peyronie si divide in due tempi, quello acuto e quello cronico:
– la fase acuta dura alcuni mesi, è scatenata da una reazione infiammatoria a carico dei tessuti penieni ed è caratterizzata da dolore, difficoltà ad ottenere o mantenere l’erezione, la comparsa di un nodulo (o èlacca) lungo l’asta e di una corrispondente curvatura.
-la seconda fase, quella cronica, significa che la malattia si è stabilizzata, il dolore scompare, si formano calcificazioni sulla placca e permane l’angolatura. La capacità erettile a questo punto si stabilizza con l’evoluzione finale della malattia e, come è comprensibile, rimane dipendente dal grado di deformazione dell’asta.