Nel lungo termine, vale a dire anni dopo che la donna ha ricevuto la diagnosi di “guarigione clinica” e il tumore al seno è stato sconfitto, la vita riprende nella sua normalità per molti aspetti. La vita sessuale, però, stenta a riprendersi a quanto confessano le pazienti. Anche decenni dopo aver superato il male, queste donne non riescono ad aprirsi ad una sessualità serena. Si dicono felici di aver vissuto quando si aspettavano di morire, sono grate per aver visto crescere figli e nipoti quando non si aspettavano più niente dalla vita, hanno un legame profondo con il marito che le ha sostenute nel loro persorso doloroso, ma il desiderio sessuale non ritorna.
Queste donne, guarite dal carcinoma mammario, continuano a soffrire per gli effetti collaterali fisici, il disagio emotivo (come depressione e ansia) e le difficoltà sessuali conseguenti alla malattia e alle sue terapie per molti anni dopo il termine del trattamento. Grazie ai progressi della Medicina, il numero di queste pazienti è in continuo aumento e l’aspettativa di vita è aumentata in modo significativo; proprio per questi motivi, diventa necessario offrire un supporto nelle prime fasi della malattia e che questo dovrebbe includere un’attenzione per il partner.
L’armonia della coppia incide sulla vita sessuale nei casi di tumore al seno ?
Si, incide anche di fronte ad una malattia grave come un tumore. Quando una coppia non riesce a comunicare in modo aperto e costruttivo, le difficoltà sessuali durano a lungo; invece, quando c’è comprensione e supporto da parte del partner, l’adattamento generale alla malattia e l’immagine corporea della paziente sono migliori e si correlano a una maggiore soddisfazione della relazione con il marito.
L’esperienza con il partner di una donna sopravvissuta al tumore al seno
I partner delle pazienti sono coinvolti in ogni momento della storia della malattia, dalla sua diagnosi fino alla guarigione, e partecipano mettendo in gioco le loro emozioni ai progressi e alle fasi negative. Gli interventi di sostegno pensati per le pazienti tumorali riportano risultati migliori se includono entrambi i componenti della coppia. Questo sembra particolarmente vero per produrre un beneficio sulla sessualità, basti pensare che la soddisfazione dell’immagine corporea va di pari passo con quella per la propria relazione coniugale. E’ consigliabile che gli interventi di supporto psicorelazionale siano iniziati al momento della diagnosi o almeno all’inizio dei trattamenti, quando la coppia incontra maggiori difficoltà.
Il processo di riabilitazione sessuale nei casi di tumore al seno
Ci sono concrete possibilità di riabilitazione sessuale con tecniche di terapia sessuale comportamentale che facilitano la ripresa dell’attività sessuale, per ridurre il dolore ai rapporti e per affrontare i disturbi dell’immagine corporea. Gli interventi comportamentali tengono conto sia delle difficoltà sessuali sia dell’interruzione dei rapporti, cosa che avviene per molti malati tumorali. Il loro scopo è aiutare le coppie a ripristinare la comunicazione, l’intimità e l’armonia. Gli esercizi comportamentali richiedono che la coppia trascorra del tempo ad accarezzarsi e a ricostruire la propria intimità fisica, superando i sentimenti di inadeguatezza che l’alterazione dell’immagine corporea provoca nella donna operata. All’inizio si evita il nudo perché l’esposizione delle cicatrici chirurgiche potrebbe essere traumatica per la paziente ma anche per il partner. Questo rassicura e fornisce l’opportunità per ricostruire l’intimità corporea. Ovviamente questo tipo di lavoro, proprio perché è disegnato sulla relazione di coppia, deve sempre coinvolgere il partner: non si otterrebbero miglioramenti nella vita sessuale dopo un tumore al seno se così non fosse.