una vignetta che ci aiuta a capire
Presentiamo la vignetta di una coppia affiatata, che ha passato la sessantina, che non ha disagi psicologici, è ben integrata nella vita sociale, è a proprio agio con i familiari e che ancora riesce a darsi emozioni, attenzioni e un po’ di sana gelosia. Nella coppia non ci sono malattie, almeno niente di significativo.
I due chiedono una consulenza di Medicina Sessuale per un lieve scadimento delle loro capacità sessuali.
Sessualità e invecchiamento: che succede a Ugo e Ughetta?
All’inizio della consulenza, la coppia dà una descrizione dettagliata di quello che succede quando cercano di fare l’amore, cosa che permette al medico di individuare alcuni punti su cui vale la pena di soffermarsi. Riferiscono che con le carezze non si eccitano più, che stanno un po’ in ansia per i precedenti fallimenti e che la potenza dell’erezione è diminuita.
Sessualità e invecchiamento: è normale un quadro così?
Un quadro così è veramente tipico per le coppie di una certa età ma non vecchissime, diciamo tra i 65 e i 70 anni, che sono in buona salute, intellettualmente vivaci, ben affiatate tra di loro e capaci di coltivare i loro interessi. Analizziamo le cause della diminuita potenza, che il problema che i nostri pazienti riferiscono.
La diminuita capacità erettile, oppure un’erezione che prende più tempo per arrivare, fanno parte di un normale quadro di invecchiamento fisiologico, cioè un fenomeno che segue lo scadimento, per quanto lieve e graduale sia, dei sistemi vascolare, neurologico ed endocrino che rientrano tutti nel meccanismo dell’erezione.
La diminuita potenza rappresenta il primum movens di tutto il disturbo; a questo, tutti gli altri problemi seguono come tessere del domino. La prima a seguire è certamente l’ansia scatenata dai “fallimenti”, o comunque dai primi episodi in cui la risposta sessuale non è stata così pronta come avrebbero voluto. L’ansia a sua volta peggiora la risposta sessuale perché blocca i pensieri erotici e la capacità di lasciarsi andare alle emozioni. Il meccanismo cognitivo attraverso il quale questo avviene è stato spiegato da Helen S. Kaplan come interferenza con un meccanismo spontaneo. La risposta sessuale è considerata un istinto primario, infatti in Natura la conservazione della specie è necessaria più della conservazione dell’individuo. Per questo la risposta sessuale costituirebbe una “risposta automatica” allo stimolo, mentre l’ansia blocca il meccanismo automatico risvegliando la preoccupazione, l’attenzione esagerata e il controllo.
Sessualità e invecchiamento: che succede nel tempo?
La coppia ci parla anche dell’aspettativa che altri fallimenti potranno verificarsi. Purtroppo, sappiamo tutti che pensare che le cose andranno male non è un aiuto a farle andare bene. L’ansia anticipatoria e l’aspettativa di fallimento fanno precipitare l’impotenza e costituiscono un circolo vizioso di aspettative e speranze sempre più deluse da cui la coppia non più uscire senza l’aiuto di un medico sessuologo esperto.
Sessualità e invecchiamento: cosa si può migliorare?
Prendiamo ora in considerazione un’altra cosa che la nostra coppia ci ha riferito, ma che finora non abbiamo analizzato. Ci hanno detto che le carezze non eccitano più, che sono diventate inefficaci. La prima ovvia causa di questo sta nel fatto che i processi dell’invecchiamento rallentano la risposta allo stimolo erotico. Per questo motivo, lo stimolo dovrà essere più potente, per esempio focalizzato più precisamente e più a lungo sui genitali, per ottenere una risposta. Questo suggerimento sembra un po’ banale, ma spesso i pazienti non si rendono conto del perché una cosa succede o di come rimediare, oppure non sono tanto abituati ai preliminari semplicemente perché fino ad ora non ce n’era bisogno.
Sessualità e invecchiamento: quali sono i compiti del medico sessuologo?
I nostri compiti sono 1-di insegnare un comportamento sessuale adeguato ai cambiamenti fisiologici di cui si è parlato, ma anche 2-di studiare l’assetto biologico individuale per escludere con una condizione medica, ancora poco evidente, venga trascurata a danno futuro dei nostri pazienti.
1-Per raggiungere il primo obbiettivo, che è quello di migliorare il comportamento sessuale della nostra coppia, si usano gli interventi tipici della terapia sessuale comportamentale. Si prevede la creazione di una sequela di attività che prevedano la stimolazione erotica reciproca, strutturata in una maniera tale da rendere impossibile il fallimento. Il lavoro di modifica del comportamento usuale libera i pazienti dall’ansia. Essi tornano a provare emozioni e gradualmente riacquistano la capacità di rispondere allo stimolo erotico.
2-Come abbiamo detto, i sistemi coinvolti nel meccanismo dell’erezione sono il cardiocircolatorio, il neurologico e l’endocrino. Di fronte alla difficoltà di ottenere un’erezione adeguata questi sistemi vanno controllati, soprattutto per le condizioni comuni e legate all’invecchiamento come l’ipertensione, uno screzio diabetico o una neuropatia periferica. Per la donna è anche importante verificare il grado di trofismo vaginale perché la condizione atrofica, estremamente comune in menopausa, è un ostacolo enorme alla relazione intima.