Invecchiando un organismo si deteriora per i cambiamenti inevitabili del tempo. Escluse le patologie e la genetica, come si invecchia è determinato da stile di vita, ambiente sociale e assetto psicologico. Questi sono considerati fattori modificabili in quanto un individuo può imparare a controllarli per migliorare le sue condizioni di salute. Anche la capacità del comportamento erotico dipende dal benessere generale della persona, quindi agire sui fattori modificabili porta benefici anche per la sessualità. Questo diventa evidente se si pensa che nei due sessi la risposta sessuale è sostenuta dai sistemi endocrino e neurologico e dalle modificazioni vascolari che avvengono a livello dei genitali e che danno erezione e lubrificazione.

Le differenze tra uomini e donne

Nelle donne, la diminuzione degli estrogeni provocata dalla menopausa colpisce in modo specifico il sistema vasomotorio, il basso tratto genitale e il metabolismo osseo con caldane, atrofia genitale e osteoporosi.

Le caldane sono evento innocuo per la salute ma molto disturbante dal punto di vista emotivo. Mettono in imbarazzo quando capitano durante eventi sociali; durante l’attività lavorativa fanno sentire vulnerabili e più deboli nei confronti dei colleghi maschi. Quando capitano di notte, alterano la qualità del riposo con stanchezza, nervosismo e difficoltà di concentrazione.

L’atrofia peggiora la funzionalità dei genitali esterni e degli organi pelvici, diminuisce le difese contro i patogeni e indebolisce i legamenti e i muscoli del pavimento pelvico, causando vaginiti, incontinenza urinaria e prolasso uterino. Il suo effetto negativo più importante è nei confronti del sesso e della vita di coppia: l’assottigliamento della mucosa vaginale comporta perdita di elasticità e di lubrificazione mentre la penetrazione si fa difficoltosa, dolorosa o del tutto impossibile.

L’osteoporosi è una malattia subdola che rimane sconosciuta a lungo e si manifesta con problemi di postura, deformazioni dell’allineamento vertebrale e fratture ossee per traumi di poco conto. La condizione è progressiva e rappresenta una patologia importante nell’età avanzata; trova il suo inizio nella ridotta produzione di estrogeni che rallenta la fissazione del calcio nelle ossa e indebolisce la loro struttura.

Il profilo lipidico, la pressione sanguigna, la glicemia e il deposito di grasso addominale peggiorano con la diminuzione delle concentrazioni di estrogeni, ma dipendono anche da errori alimentari e dalla sedentarietà a cui le donne sono più propense degli uomini. Per questi motivi sono considerati fattori modificabili che le donne possono imparare a controllare per diminuire i rischi per la salute.

I cambiamenti degli estrogeni influenzano la tendenza all’ansia e all’umore instabile  che colpiscono le donne con una frequenza doppia degli uomini; inoltre accentuano la suscettibilità agli eventi stressanti e la tendenza alla depressione nelle persone predisposte.

L’uomo che invecchia è più soggetto a diabete, ipertensione, cardiopatie e danni da fumo. Tutti questi danneggiano l’endotelio con un’azione sinergica quando più di fattore è presente nell stesso individuo. Il loro meccanismo d’azione si esplica riducendo della capacità del vaso di dilatarsi e di assumere ossigeno. Questo si riflette sulla funzione erettile che soffre per la minor produzione di ossido nitrico e per la minor capacità di vasodilatazione. Le persone che soffrono per una o più di queste condiizoni avranno una riduzione della loro capacità erettile molto maggire di quanto ci si potrebbe aspettare per la loro età.

Tra gli ormoni, il testosterone è quello che sostiene l’erezione, il desiderio, l’orgasmo e la soddisfazione ma anche il trofismo muscolare, la forza fisica e la capacità cognitiva. Nell’invecchiamento si riduce la produzione di testosterone e si perde il ritmo circadiano della sua liberazione con una compromissione dell’efficacia biologica e la comparsa di disfunzioni sessuali, sarcopenia, osteopenia e anemia.

In conclusione

Molti fattori che peggiorano l’invecchiamento sono modificabili e il medico di famiglia è il più adatto per aiutare il paziente. Ma è proprio la confidenza tra medico e paziente che può rendere imbarazzante parlare di sesso. Invece, urologi e ginecologi sono gli specialisti che possono affrontare l’argomento con più facilità, perchè una domanda sulla funzione sessuale è naturalmente pertinente al loro lavoro.

Quando la difficoltà sessuale è di natura emotiva si entra nel campo della terapia sessuale che agisce per modificare il comportamento disfunzionale e ricreare interazioni intime soddisfacenti. Gli interventi di terapia sessuale si possono proporre a coppie che rimangono armoniche nonostante le difficoltà. Non sono adeguati quando c’è rifiuto, risentimento o aperta ostilità. Bisogna allora pensare ad interventi di psicoterapia che lavorino per migliorare la consapevolezza e l’accettazione.