Nel mondo occidentale, il benessere, le cure mediche e i programmi di prevenzione di molte patologie hanno allungato la vita media. La longevità è aumentata per ambedue i sessi con un miglioramento generale della salute e del benessere mentale . Questi due elementi dovrebbero promuovere il mantenimento dell’intimità e di una sessualità gratificante nelle coppie di mezz’età. Purtroppo molte persone, sia donne che uomini, che rimangono soli da adulti  hanno difficoltà a trovare un partner adeguato, interessante e che sia attraente sia dal punto di vista intellettuale che fisico. Le cause più comuni per cui ci si può trovare da soli nella terza parte della vita sono l’esito negativo di patologie gravi ma anche la rottura della coppia che non sopravvive ai cambiamenti sociali e familiari.

Cosa succede ad una donna rimasta sola?

L’atteggiamento che una donna ha verso la propria vita, la soddisfazione per le cose fatte e la sua capacità di vivere una relazione sentimentale gratificante negli anni della maturità migliorano il senso di benessere; al contrario, fattori esterni come un atteggiamento sociale rigido, difficoltà o lutti in famiglia incidono sulla disponibilità alla relazione sessuale più di quanto non lo faccia la diminuzione degli estrogeni.

Cosa influenza l’equilibrio emotivo?

In Medicina si riconosce l’impatto che gli eventi sociali hanno sull’umore, sul benessere e in ultima analisi sulla sessualità. Parimenti sappiamo che gli ormoni, gli steroidi gonadici in particolare,  hanno un loro ruolo che non deve essere trascurato.

Qual’è l’evidenza scientifica?

La maggior parte degli studi che riguardano l’influenza degli ormoni sul comportamento sessuale risalgono agli anni ’80 e si concentrano sulla relazione tra un determinato comportamento e le concentrazioni in circolo dell’ormone indagato. I progetti che riguardavano le donne in età fertile studiavano l’andamento degli steroidi gonadici nelle varie fasi del ciclo, mentre quelli sulle donne in menopausa si basavano sui valori ormonali giornalieri.

Non è difficile riconoscere che, quando arrivano alla menopausa,  le donne vanno incontro ad una serie di cambiamenti biologici che rappresentano fattori di rischio per uno scadimento della qualità di vita.

Molti di questi cambiamenti come le alterazioni dei ritmi del sonno, la difficoltà a concentrarsi, la risposta meno pronta allo stimolo erotico, l’atrofia vaginale, i sintomi vasomotori e quelli genitourinari sono legati sia all’invecchiamento che alla specifica diminuzione dei livelli di estrogeni e si presentano in tempi diversi negli anni successivi alla menopausa.

Fra tutti, l’atrofia vaginale caratterizzata da perdita di elasticità dei tessuti è il sintomo che in assoluto interferisce con una sessualità libera  e gratificante.

Cosa succede agli uomini?

Oltre al disagio femminile che deriva sia dalla menopausa che dall’invecchiamento, bisogna tenere  a mente che problemi molto simili colpiscono i partner di queste donne. Quindi il disagio di uno si somma al disagio dell’altro che si presenta negli stessi anni e con gli stessi meccanismi. La diminuzione della quota di androgeni in circolo e della loro efficacia è una realtà biologica, anche se per il maschi non esiste uno spartiacque così chiaro  e definito come per la donna.

Affrontare le stesse difficoltà nello stesso periodo può  essere un’esperienza difficile da vivere per persone fragili che hanno bisogno di sostegno, ma non riescono ad offrirlo. Purtroppo può avvenire che nessuno dei due partner abbia le risorse emotive per aiutare l’altro e la vita sessuale finisca in stallo. Nella maggior parte dei casi, però, la coppia trova soluzioni che si adattano alle necessità dei due partner e da queste ottiene un modo di adeguarsi ai cambiamenti e mantenere viva la relazione erotico – sentimentale negli anni.