Una minor frequenza di rapporti sessuali è comune nelle coppie dopo i sessant’anni di età ed è caratterizzata da eventi speculari che riguardano sia l’uomo che la donna e che sembrano causati dai generici meccanismi dell’invecchiamento. L’osservazione clinica e lo studio sistematico suggeriscono una serie di cambiamenti organici, normali per l’età, che rendono meno facilmente fruibile la relazione sessuale e che darebbero ragione della minor frequenza. Bisogna non dimenticare, però, che in una relazione stabile si “fa sesso” per il piacere fisico, per aumentare l’intimità e per sentirsi desiderati e che questo rimane vero a prescindere dall’età dei partner. La maggior libertà dagli impegni di lavoro e dall’accudimento dei figli che si ottiene con l’età va a vantaggio dell’armonia che accresce il desiderio e la soddisfazione e aiuta a bilanciare i danni dell’invecchiamento.
Ci sono libri sull’argomento?
Il fatto che la frequenza sessuale tenda a declinare con l’età senza un motivo apparente è noto fin dai tempi del Rapporto Kinsey (1953); Masters & Johnson (1959) descrivono la diminuzione della risposta dei genitali allo stimolo erotico e Kaplan (1975) sottolinea che molte difficoltà derivano dall’insufficiente stimolazione reciproca prima del rapporto.
La diminuita frequenza provoca un calo del desiderio?
Questo può succedere perché i cambiamenti realistici che l’età comporta creano difficoltà alla relazione sessuale. Si tratta di un indebolimento generale, una facilità all’affaticamento, le malattie croniche, i farmaci che interferiscono con l’erezione e la lubrificazione e l’atrofia vulvo-vaginale della post menopausa che concorrono a ridurre il desiderio.
La perdita del desiderio è dovuta anche ad altre malattie?
Oltre a quanto detto sopra, condizioni che alterano la postura e la fluidità dei movimenti (come la comune artrosi) e i dolori articolari non permettono di assumere agilmente le posizioni per il sesso e creano uno stato d’animo mortificante. Il danno posturale riguarda più spesso le donne per le quali il “mal di vita” è una condizione ricorrente, forse dovuta alla più generale debolezza del sistema scheletrico, rispetto agli uomini.
La perdita del desiderio è direttamente legata all’invecchiamento?
Quanto la diminuita capacità organica dell’invecchiamento sia influenzata o influenzi, in una relazione circolare abbastanza scontata, il calo del desiderio è difficile dire. Probabilmente, l’interesse sessuale varia da coppia a coppia più di quanto non varino le funzioni fisiologiche. Apparentemente, le coppie che mantengono alto l’interesse e che ricavano soddisfazione dalla relazione sessuale, pur meno frequente, sono quelle che hanno una comprensione realistica dei cambiamenti dell’età. Questa osservazione riporta l’attenzione verso l’influenza che lo stare bene (o male!) di un partner ha sullo stato d’animo dell’altro. Nelle relazioni di molti anni, l’interazione emotiva e psicologica non può che essere interdipendente!
L’aspetto fisico può influenzare il desiderio?
Lo scadimento dell’aspetto fisico è molto sentito dagli uomini e può causare un calo del desiderio, mentre le donne fanno più attenzione al sostegno e all’approvazione che ricevono dal partner piuttosto che all’aspetto fisico dei loro uomini. Un problema sentito da donne e uomini è che l’aspetto estetico con gli anni ha perso il suo smalto e non incoraggia di farsi vedere nudi. Superare la preoccupazione di farsi vedere nudi dipende in parte da quanto la persona è legata ai canoni estetici e, in parte, dall’apprezzamento che riceve dal-dalla partner “a prescindere”.
La perdita di desiderio in una donna dipende dall’interesse del partner?
Quasi tutte le donne ultra sessantenni riferiscono una diminuita frequenza di attività sessuale ma rimangono attive a condizione che abbiano un partner capace, dotato di un certo entusiasmo e interessato a continuare la relazione. L’altra inevitabile faccia della medaglia è che un calo del loro desiderio sessuale è direttamente influenzato dal declino sessuale dei loro partner.
La perdita di desiderio in un uomo dipende ugualmente dall’interesse della partner?
Ugualmente, gli uomini riferiscono un declinare della funzione sessuale legato all’età ma anche che il desiderio rimane associato all’interesse della partner piuttosto che agli effetti dell’invecchiamento. Infine, sembra solo che il 4% tra uomini e donne perda completamente il desiderio sessuale.
L’invecchiamento agisce in maniera particolare sulla sessualità?
I meccanismi dell’invecchiamento che colpiscono la sessualità sono gli stessi che interessano i sistemi fondamentali dell’organismo: la vascolarizzazione, l’innervazione e la produzione di ormoni. Lo scadimento, per quanto appena accennato e graduale, della vascolarizzazione, dell’innervazione e della produzione di ormoni si riflette sulla funzione sessuale: l’atrofia vulvo-vaginale, che provoca dolore ai rapporti, e la difficoltà erettile sono le conseguenze.
Dolore ai rapporti: in cosa consiste l’atrofia vaginale?
L ‘atrofia vaginale è la condizione direi inevitabile che l’invecchiamento provoca ai genitali femminili. Consiste in uno scadimento della struttura dei tessuti di rivestimento (cute dei genitali esteri e mucosa di quelli interni). A questi si aggiunge un indebolimento del muscolo pubo coccigeo che forma il pavimento pelvico a sostegno degli organi pelvici e contribuisce a regolare la funzione di svuotamento della vescica.
Il pavimento pelvico influenza la perdita d’urina?
Certamente si! L’indebolimento del muscolo pubo coccigeo che è il principale componente del pavimento pelvico è responsabile della perdita di urina che in grado lieve tante donne denunciano.
Dolore ai rapporti: come si manifesta l’atrofia vaginale?
L’atrofia vaginale è responsabile della secchezza genitale che dà bruciore e prurito nella vita di tutti i giorni, indipendentemente dalla sessualità; ancor più evidente il danno alla funzione sessuale quando provoca dolore alla penetrazione.
In cosa consiste la difficoltà erettile?
Per difficoltà erettile si intende la difficoltà a ottenere un’erezione pronta e che rimanga stabile per tutta la durata dell’atto sessuale si riscontra spesso negli uomini dopo i sessant’anni e interessa il 25% dopo i 70 (RC Schiavi, 1999). Non si tratta di una disfunzione sessuale ma, più semplicemente, di un rallentamento che l’invecchiamento causa per tutte le funzioni fisiologiche. La condizione è evidente nell’occasione erotica ma non dà fastidi nel quotidiano. L’uomo può sviluppare un’incontinenza urinaria per patologie specifiche ma non per le patologie dell’invecchiamento che riguardano l’erezione.
Atrofia vaginale e difficoltà erettile condizionano la sessualità nell’invecchiamento?
L’impatto sulla vita intima di atrofia vaginale e difficoltà erettile è notevole ben al di là di quelle che sono le limitazioni funzionali che l’invecchiamento provoca in altri distretti e spesso porta alla sospensione della sessualità. Il motivo sta nel fatto che la difficoltà di un partner si somma alla difficoltà dell’altro e peggiora il risultato. I bisogni reciproci rendono difficile che una coppia trovi la via per migliorare senza la guida di un medico sessuologo. Inoltre, nelle coppie conflittuali le difficoltà della vita quotidiana sottraggono leggerezza ai momenti intimi e, così facendo, aggiungono il loro contributo negativo ad un quadro già poco incoraggiante.
Atrofia vaginale e difficoltà erettile sono problemi molti diffusi all’invecchiamento?
Dire quanto atrofia vaginale e difficoltà erettile siano diffusi è impossibile perché le statistiche contano solo i casi riportati, il singolo medico conosce solo chi viene a chiedere aiuto e gli studi di popolazione valutano chi è interessato, mentre chi non risponde all’invito è escluso dalla valutazione. Sono però note le alterazioni che l’invecchiamento gradualmente impone ai sistemi vascolare, neurologico ed endocrino ed è legittimo pensare che il problema sia diffuso. A questo proposito bisogna anche considerare che non solo l’interesse sessuale risente di fattori relazionali e dello stato di salute ma è anche una caratteristica di personalità di ciascun individuo. Per questo non deve meravigliare che solo alcune persone si rivolgano al medico per un aiuto. E’ perfettamente plausibile che altri rimangano emotivamente soddisfatti con un ridotto livello di attività.
Quali sono i bisogni reciproci, direi speculari, che le coppie hanno difficoltà a soddisfare?
Da una parte abbiamo un uomo che vede la sua capacità erettile affievolirsi e che avrebbe bisogno di una partner che gli presta tutte le attenzioni e che può accogliere un pene non completamente eretto. Dall’altra parte c’è una donna per la quale la penetrazione è diventata dolorosa o impossibile che avrebbe bisogno di un partner che l’aiuta a trovare la soddisfazione sessuale con una stimolazione diversa.
E’ per questo che la vita intima si perde?
Esattamente! Temere che un incontro sessuale sia una delusione invece che essere fonte di gioia è un motivo sufficiente per evitarlo. La tentazione è di lasciar perdere quello che è diventato amaro indipendentemente dall’armonia che lega una coppia.
E’ questo un destino inevitabile?
Certamente no! Gli effetti fisiologici dell’invecchiamento, l’atrofia vulvo-vaginale, la difficoltà erettile e il conseguente ostacolo ai rapporti, sono modificabili e migliorabili in tanti modi per quelli che rimangono interessati a continuare una loro vita intima. Il fattore chiave che rende possibile l’aiuto è certamente la comunicazione franca tra i partner che consente di capire le difficoltà reciproche e dà al medico gli strumenti per intervenire.
Quali sono gli strumenti a disposizione?
Abbiamo farmaci locali e per via generale, abbiamo strumenti di tipo comportamentale oltre a interventi per la coppia.
Qual è la limitazione più forte per un approccio terapeutico?
E’ che un solo partner sia interessato a risolvere il problema mentre l’altro preferisce “ormai” lasciar perdere. La sessualità, per definizione, è qualcosa che la coppia condivide quindi il “no” di uno condiziona l’atteggiamento di rinuncia per tutti e due.
Sono indicati farmaci a sostegno dell’erezione?
Le coppie che fanno ricorso alla farmaco-protesi hanno una freccia in più al loro arco se sono disposte ad accettare che la sessualità non avrà gli stessi ritmi spontanei di un tempo dato che il farmaco richiede un minimo di programmazione. In teoria questo sembra un piccolo prezzo da pagare, ma in pratica le cose non stanno cosi. Molti uomini sono irritati all’idea di dover dipendere da un farmaco e si lamentano che rinunciare alla spontaneità e all’estro del momento fa perdere il desiderio. Le donne sono invece sono sulla difensiva e anche loro poco entusiaste di questa medicina, perché si sentono “obbligate” a far l’amore.
Per le coppie che hanno avuto una sessualità poco soddisfacente anche in gioventù, il rimedio può innescare reazioni di risentimento e finire per essere peggiore del male, senza un professionista che sappia guidarli attraverso le difficoltà.
Concludendo…
Superare le difficoltà fisiologiche che l’invecchiamento produce sulla capacità di risposta allo stimolo erotico e mantenere il desiderio sessuale dipende da tanti e diversi fattori. Le coppie ben strutturate questi problemi li superano con la comunicazione, un po’ di generosità reciproca e un po’ d’ironia. Una vita intima attiva mantiene il desiderio, il piacere, la gratificazione e l’armonia della relazione.